“…Un’altra storica latteria l’apre Giuseppe Giolitti, arrivato a Roma nel 1848 al seguito delle salmerie che accompagnano l’esercito del generale Oudinot accorso a dar manforte a Pio IX, minacciato dalla gracile Repubblica Romana. Il piemontese Giuseppe Giolitti, diciassette anni appena compiuti, guida la mandria di vacche che assicura latte, burro e panna ai soldati francesi. Giuseppe, poi, decide di restare a Roma anche dopo la caduta di Napoleone. Con la breccia di Porta Pia del 1870 e la conseguente Unità d’Italia, da buon piemontese, si mette a servizio del Re galantuomo curando i cavalli di Vittorio Emanuele II. Oggi, gli siamo debitori degli ottimi gelati e della Torta Giolitti, perché, grazie ad una sua rovinosa caduta da cavallo, il re lo risarcisce con una generosa liquidazione accompagnata dal dono di due mucche da latte e una bottega con licenza di latteria alla Salita del Grillo. Da lì, parte la dinastia Giolitti che, passando per un secondo locale a Testaccio, arriva nel 1930 con la terza generazione rappresentata da Nazzareno Giolitti e dalla moglie Giuseppina, allo storico caffè-latteria di via Uffici del Vicario dove, oltre al caffè alla cuccuma, al latte, alla panna e ai gelati, servono anche cucina vegetariana. Attualmente, negli ampliati locali frequentati da politici, giornalisti parlamentari, grandi nomi del cinema e della cultura, lavorano fisicamente tre generazioni di Giolitti: la nonna Silvana Barghini moglie dello scomparso Silvano Giolitti, il loro figlio Nazzareno e i due figli di quest’ultimo”.
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